I vitigni dell’emilia Romagna spiccano per quantità e distribuzione territoriale. L’Emilia Romagna, con i suoi 60.000 ettari vitati, si può fregiare di essere una delle più grandi regioni vitivinicole in termini di estensione. Ha infatti 55mila ettari piantati (dati ISTAT), con una leggera prevalenza delle superfici DOC, 30mila, rispetto a quelle non DOC, circa 25mila.
La superficie regionale è circa per il 50% pianeggiante, il 25% collinare ed il 25% montuosa. La distribuzione delle vigne è grossomodo del 75% in pianura, 20% in zone collinari e 5% in montagna.
I Vitigni dell’Emilia Romagna
La regione è divisa in due aree geografiche e culturali distinte: l’Emilia, nella parte occidentale della regione e la Romagna, nella parte orientale. Le due aree si distinguono, oltre che per la tradizione culinaria, anche per le uve coltivate.
I vitigni in emilia Romagna: L’Emilia
In Emilia Romagna la viticoltura, ad eccezione di Parma e Ferrara, è diffusa in tutte le provincie. Quando si parla di Emilia Romagna l’associazione col Lambrusco è quasi d’obbligo. Sono presenti ben 5 qualità recensite con oltre 500 ettari vitati. I tre Lambruschi principali sono:
- Il Lambrusco Salamino, con 4635 ettari vitati principalmente DOC (78%),
- Lambrusco Grasparossa, 2200 ettari quasi tutti DOC (86%),
- il Lambrusco di Sorbara, 1400 ettari quasi tutti DOC sono i tre principali.
- Lambrusco Salamino: si ottiene un vino di colore rosso rubino carico con spuma dagli orli violacei, come pure violacei sono i riflessi del vino. Il profumo è fresco, fine, persistente, fruttato, dal caratteristico aroma vinoso intenso, che ricorda la frutta matura. Di gusto sapido, fresco, vinoso, di medio corpo e moderata alcolicità.
- Lambrusco Grasparossa: si ottiene un vino di colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei e spuma evanescente con orli della medesima tonalità, ha profumo vinoso, intenso, fruttato, fragrante, complesso, che ricorda anche l’aroma dell’uva. Di sapore sapido, vinoso, di equilibrata acidità, leggermente fruttato, finale amarognolo
- Lambrusco Maestri: si ottiene un vino di colore rosso violaceo intenso, asciutto e tannico. Viene usato in uvaggio con altri lambruschi per esaltarne le qualità.
- Il Lambrusco Marani: si ottiene un vino rosso rubino vivo, dall’odore caratteristico e dal sapore acidulo, fresco, amabile e frizzante.
- Lambrusco Montericco: si ottiene un vino di colore rosso rubino intenso, di buona acidità, non molto corposi ed alcolici, poco tannici, freschi e delicati.
- L’Ancellotta: è comunemente impiegata in uvaggio per conferire colore e tenore zuccherine. In purezza si ottengono vini ricchi di colore, di buona alcolicità e mediocre acidità, piuttosto neutro nei profumi.
I vitigni in emilia Romagna: la romagna
In Romagna, il vitigno più importante è il Sangiovese. Anche se in misura nettamente minore sono presenti il Trebbiano Romagnolo, il Pagadebit e l’Albana. Dall’Albana si ottiene l’Albana di Romagna DOCG. Analizzando la superficie totale (sia DOC che non DOC) il Trebbiano bianco romagnolo è al primo posto.
Seguono il Lambrusco Marani e il Lambrusco Maestri, entrambi concentrati a Reggio Emilia e entrambi poco più di metà rappresentati dalla categoria DOC.
- Trebbiano bianco romagnolo: si ottiene un vino dal colore giallo paglierino mai troppo carico e dai profumi leggermente fruttati ma solitamente piuttosto neutri. Al gusto risulta discretamente alcolico, tendenzialmente acido e senza particolare aromaticità, con un finale lievemente amarognolo.
- Sangiovese: si ottiene un vino di colore rosso rubino intenso, tannico, di corpo, armonico, con gradevole retrogusto amarognolo e fruttato. Invecchiato sprigiona i caratteristici profumi terziari.
- Albana: si producono 4 versioni di vino: Secco, Amabile, Dolce e Passito. Il Secco è un vino dal colore dorato, piuttosto alcolico e corposo, non particolarmente profumato, che solitamente si beve giovane perché sensibile all’ossidazione. Le versioni Amabile e Dolce hanno una maggiore presenza di zuccheri residui.
- Pignoletto: viene vinificato prevalentemente in versione frizzante. Da questo vitigno si ottiene un vino con un bouquet di aromi freschi di frutta e fiori e un gusto fragrante.
Ci sono poi Piacenza, diversa da tutte le altre, e Bologna con una base ampelografica piuttosto variegata. La superficie vitata è fortemente orientata alle varietà autoctone.
In Emilia, nella zona di Piacenza, i vitigni più diffusi sono:
- a bacca nera: tra tutti la Barbera e la Croatina che caratterizzano la Gutturnio DOC ed in parte la Bonarda.
- a bacca bianca: abbiamo la Malvasia di Candia aromatica, il Moscato bianco, il vitigno autoctono Ortrugo. Diffusi anche i vitigni internazionali quali Chardonnay, Pinot bianco e Pinot grigio, Riesling Italico e Müller-Thurgau.
Nel Bolognese è diffuso il Montù ed il Pignoletto (a bacca bianca) con le Reno DOC e la Colli Bolognesi Classico Pignoletto DOCG.
Nella zona di Ferrara troviamo il vitigno a bacca nera Fortana (conosciuto come Uva d’Oro).
Autoctoni e internazionali dell’Emilia Romagna
Tra i vitigni autoctoni dell’Emilia Romagna meritano una doverosa citazione anche la Ancellotta, che copre bene 4000 ettari; il tandem Barbera e Croatina con 2200 e 1500 ettari; il Pignoletto e l’Albana con oltre 1400 ettari.
I vitigni internazionali sono davvero pochi. Nella classifica dei più coltivati il primo vitigno internazionale che incontriamo è il Merlot (solamente 1000 ettari). Segue a ruota il Cabernet Sauvignon.